OBIETTIVO UCRAINA
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Ci sono alcuni dati che molti “analisti” e giornalisti dimenticano nell’osservazione della realtà storica a noi contemporanea: 1) la storia non si riduce agli eventi degli ultimi sei mesi; 2) la geografia non si può combattere con le sanzioni economiche. Essa, infatti, alla pari di quella politica (reale) che ritorna ciclicamente sfidando le tendenze alla sua totale neutralizzazione, è più forte dei muri e delle barriere (virtuali e non) con le quali si cerca di arginarla. La storia della Russia degli ultimi tre secoli è un continuo alternarsi di periodi di apertura e chiusura nei confronti dell’Europa occidentale. Alcuni imposti, altri voluti, altri ancora prodotto dei processi storici, tali istanti, scanditi dalla bussola delle tendenze geopolitiche, dall’eterna lotta per il controllo/contenimento della massa continentale eurasiatica tra potenze talassocratiche e potenze telluriche, non sono in alcun modo riusciti ad intaccare in modo definitivo un dato geografico-spaziale incontrovertibile: non esiste un confine tra Europa e Russia. La Russia, come già affermava Caterina II, è una potenza europea a tutti gli effetti. Lo è a suo modo: ovvero, con il corollario di un prolungamento territoriale costruito nei secoli che la rende al contempo asiatica. Oggi, come ai tempi della Guerra di Crimea, si è di fronte al rinnovato tentativo di estrometterla dal Vecchio Continente. In questo lavoro si cercherà di comprendere quanta parte di questo processo geopolitico sia attribuibile a Mosca e quanta a chi, come ai tempi di Lord Curzon, continua a considerare la Russia ed i russi come orientali che debbono occuparsi solo ed esclusivamente di affari orientali.