RITORNO IN ARMENIA DEI RIFUGIATI AZERBAIGIANI
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Nell’autunno del 1987, in diverse città e villaggi dell’Armenia scoppiarono le prime aggressioni nei confronti delle famiglie e delle comunità autoctone di etnia azerbaigiana. La spirale di violenza tra le parti crebbe in pochi mesi, gettando le premesse per un’estesa deportazione di massa ai danni degli azerbaigiani, la terza nella storia contemporanea dopo quelle del periodo 1918-1920 e del periodo 1948-1953. Nel contesto regionale, tradizionalmente complesso ed eterogeneo, del Caucaso meridionale, dove numerosi imperi hanno più volte modificato e ridefinito i confini nel corso dei secoli, il conflitto tra Armenia e Azerbaigian non si è limitato alla questione del Karabakh, risolta tra il 2020 e il 2023 con il ripristino manu militari della sovranità di Baku sui territori illegalmente occupati dai separatisti armeni. Stando alle stime, nel giro di appena quattro anni (1987-1991), l’ostilità diffusa e l’odio etnico costrinsero tra i 186.000 e i 250.000 azerbaigiani a fuggire dall’Armenia, provocando ferite ancora non rimarginate e traumi ancora irrisolti. Il rapporto redatto dal Center of Analysis of International Relations (AIR Center) indaga in profondità questa storia “dimenticata” e traccia un possibile percorso di pacificazione e riconciliazione.