IL BATTAGLIONE PARTIGIANO RUSSO D’ASSALTO
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L’Armata Rossa contribuì ad annientare l’80% delle armate hitleriane e partecipò alla liberazione dell’Italia con 6mila partigiani sovietici, dei quali più di 1.200 combatterono in Emilia-Romagna, mentre i caduti in combattimento furono più di 120, tra cui Gregory Konovalenko, morto al Passo delle Forbici. A lui è dedicata la piazza dove è collocato il Monumento al Partigiano Straniero, situato a Case Cattalini a Civago, in provincia di Reggio Emilia. Una quarantina di partigiani sovietici furono tra i protagonisti di una delle più audaci azioni di “commando” alle spalle delle formazioni tedesche della Linea Gotica. Il 27 marzo 1945, a Botteghe di Albinea, nel reggiano, il “commando” assaltò le due ville collegate direttamente con il comando supremo di Hitler, distruggendole quasi completamente. I partigiani sovietici furono il fiore all’occhiello delle formazioni partigiane in Emilia-Romagna, protagonisti dei maggiori fatti d’arme. La stessa Repubblica di Montefiorino nasce da un’azione dei combattenti sovietici. Vladimir Pereladov, comandante del “Battaglione Russo”, aveva fatto parte della leggendaria Milizia Bauman, dal nome del quartiere di Mosca intitolato ad un vecchio bolscevico, forse il più istruito tra tutti i reparti dell’Armata Rossa, in quanto composto da studenti universitari e da professori. L’Armata Rossa partecipò alla liberazione dell’Italia sottraendo ingenti forze all’occupazione tedesca del Nord Italia, ma anche direttamente con un suo “contingente” in terra italiana.