LA PERLA DEL DRAGO
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I cinesi amano indicare se stessi come Discendenti del Drago. Quando negli anni ‘70 fu suggerita la scelta di ‘animali nazionali’ per rappresentare i paesi asiatici, la Cina confermò la scelta del drago.
Figura benevola e propiziatoria, frutto di un ibrido tra vari animali e conosciuto in molteplici varianti, il drago Lóng è attestato nella cultura cinese fin dagli amuleti del Neolitico. Dal XV secolo, rappresentato con una perla tra gli artigli, divenne animale emblematico del potere dell’imperatore, Figlio del Cielo, incarnazione della sovranità e della protezione imperiale.
La perla fiammeggiante con cui il drago gioca è simbolo di prosperità e fortuna, conferisce potere, promette immortalità.
Troviamo menzionata la simbolica perla nei testi del taoismo e del buddhismo, dove essa è il ‘gioiello sul fiore di loto’ (nel mantra Om mani padme hum). È una perla marina, bianca o blu con un’aura rossastra dorata e fiamme che paiono sprigionare dalla sua superficie. Al centro della sfera si distingue una figura più scura, a forma di virgola. Forse un ovulo che viene fecondato da uno spermatozoo, ma per i cinesi è il nucleo di yīn e yáng, origine del mutamento incessante tra le due polarità che regolano la vita.
Un tanto per capire la famosa osservazione “Non si discute la Perla del Drago” da parte di Mao Zedong che ben conosceva il fondamento del sacro presso la civiltà cinese.